Il cotto Umbro, insieme a quello toscano, è sicuramente quello fra i più noti in Italia. Il suo prestigio deriva intanto dalle preziose cave presenti in Umbria ed in particolar modo a Castel Viscardo, che forniscono un’ottima argilla per la produzione di laterizi che da secoli sono gli elementi portanti di molte strutture urbane di questa regione. Se ne hanno testimonianze già fin dal sec. XII: infatti, girovagando per i paesi umbri, come per esempio Città della Pieve, Orvieto, Todi (tanto per portare un ottimo esempio), possiamo vedere come, pavimentazioni e rivestimenti in cotto utilizzati nelle abitazioni dei centri storici, siano testimoni di una fervente lavorazione del laterizio. Dal Medioevo fino a tutto il sec. XIX, la produzione artigianale del cotto, ha fornito una grande varietà di manufatti, come la “campigiana”, o pianella, il mattone, conosciuto anche come “mattacchione”, le quadre, le losanghe, le soglie, i listelli, e via via fino ai pezzi più speciali, di vario formato e misura. Non sono molte le fornaci che realizzano ancora il cotto a mano, e di queste la maggior parte è concentrata nel territorio umbro, che forse più di tutti conserva la vera tradizione artigianale. Altrove la produzione è pressoché industriale e fornisce talvolta anche buoni prodotti, ma quello fatto a mano, resta ancora il cotto per eccellenza.